venerdì 24 maggio 2013

ARCHEOLOGIA DOMESTICA


Se è vero che non si fatica a trovare blog su neomamme indaffarate e alle prese con bambini ancora in età di incontinenze si fa fatica a rintracciare uno straccio di condivisione sull’età adolescenziale.
E’ come se ad un certo punto le mamme sparissero dalla circolazione.
Ed in un certo senso è così perché non c’è nulla di più antico e saggio del proverbio: “figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi”.
Anche se, quando hai un frugoletto tra le mani, non sei affatto disposto a crederlo e tutti i problemi ti sembrano già abbastanza concentrati lì.
E invece…
Eccoci dopo 13 anni ad avere a che fare con un asparagone un po’ lesso e un po’ vispo, a seconda di cose che non capirete mai (le capiamo, le capiamo. Ma lasciamo che loro pensino di no!).
Oltre a raccontarti nei minimi dettagli cosa è successo nell’ora di ginnastica o se qualcuno è volato giù per le scale (quindi eventi di portata tale che proprio non si possono tacere), tutto il resto per loro è fuffa oppure cose di cui TU non DEVI essere messo al corrente.
Tirare fuori informazioni con le tenaglie o sottoporli ad un bombardamento di domande li mette quasi subito fuori uso. L’occhio si fa spirale e l’orecchio si chiude come se il padiglione auricolare  fosse lo sportello dello sputnik.
Se poi c’è una cosa che LORO, gli adolescenti, non sopportano è vedervi felici.
Guai a farvi sorprendere a ballare un pezzo anni 80 trasmesso alla radio e che vi agita istintivamente i fianchi, o a declamare in modo un po’ scemo le delizie del fiordifragola da sole in cucina o a fare effusioni e finti battibecchi amorosi con la vostra metà!
Sarete osservati come panda in uno zoo, passibili di occhiate di disapprovazione e disgusto che non riserverebbero nemmeno ad un piatto di spinaci lessi.
In tutto questo dovete stare ben attenti a non sembrare apprensivi, potreste rischiare un muso che durerà da un minimo di 2 ore ad un massimo di 2 giorni.
Dovete altresì fare i conti con la bradipìa che coglie i tredicenni.
Mentre noi siamo nella fase di chi stenta a prendere sonno e si sveglia comunque alla 6 del mattino, loro sono capaci di addormentarsi in piedi nell’arco di pochi minuti, il tempo di chiedergli che tipo di pasta buttare nell’acqua.
E cadono in un sonno profondo, letargico, che le prime volte potrebbe addirittura farvi paura. A quel punto potete far squillare il telefono fisso, quello cellulare e suonare il citofono contemporaneamente senza smuovergli nemmeno una palpebra. E’ capitato. La verità.
Un pomeriggio lo lascio sotto il portone.
"Tu sali intanto, che sta per arrivare S.".
Il tempo di una commissione con un'amica che mi chiama la S., prof di chitarra, per dirmi che era sotto casa ma nessuno le apriva.
Strano” le dico “l’ho lasciato 5 min fa, ti aspettava…”.
Eppure, lei al citofono e io ed un’amica alle tastiere (dei cellulari): niente.
Corro a casa e mi faccio 5 piani col cuore nei talloni, apro che la chiave non trovava la toppa tanta era la tremarella e lo trovo steso come la Maja Vestida sul divano, dal quale riemerge con il solito punto interrogativo stampato sul volto “Che è successo mà? S. non è venuta?”.
Capirete dunque che ieri abbia fatto verificare alla bidella se era in classe.
Doveva entrare alla seconda ora e alla terza avevano il compito di mate. Io esco di casa presto ma verso le 9,30 mi assale il dubbio “Si sarà svegliato?”. Chiamare casa non è più una garanzia, quindi chiamo la scuola. Non vi descrivo il tasso di isterismo quando la sera mi ha rinfacciato di essere come la mamma di Greg Heffley quando fa questo.
La mia tecnica è restare impassibile. “Non hai che da ispirarmi più fiducia caro”.
Ma il punto è che voi non avete 45 anni.
Se tentate di sentirvi giovani dentro, fatelo solo se avete figli piccoli perché l’adolescente è spietato e vi sovvertirà.
Un giorno, mentre io e suo padre stendendo i panni venivamo colti da quell’ilarità tanto ingiustificata ai suoi occhi, gli dico “Ludo, lo so cosa stai pensando! Tu credi che siamo anacronistici
Sulle prime non ha fatto una piega. Poi, mentre annaffiavo i fiori, spunta sul balcone e mi chiede “Che vuol dire anacronistici?”.
“Vuol dire quello che stavi pensando” rispondo io subdola.
“E cioè?”
“E cioè...se non lo sai te!”
“Che mi stavi per cazziare?”
“No, una persona anacronistica non sta per cazziare nessuno”
“Che perdevo tempo e dovevo andare a studiare?”
“Nemmeno. Acqua…oceani d’acqua!”
“Che non devo pensare quello che penso?”
“Nemmeno. Leva la coda di paglia e sii sincero. Non ha che fare con te. Ha a che fare con quello che tu pensavi di ME!”
“Ah. Che sei antica?”
Posso garantire che sapere di averci preso non mi ha dato alcuna soddisfazione. :(

6 commenti:

  1. rendi perfettamente il dramma:D

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    1. già, quello di sentirsi come un trumò stile Impero! e non solo per la vetustà ma anche per la quadratura! :)

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  2. Il genitore che diventa anacronistico direi che è il risultato di una malattia degenerativa e congenita che non lascia scampo a nessuno. La bradipia che colpisce il tredicenne, penso che si possa curare con dei trattamenti semplici ma efficaci da parte dell'anacronistico genitore. Si tratta di stimolare la zona dei glutei del paziente percuotendoli con il collo del piede del genitore, in modo da stimolare l'azione di alzarsi in piedi piuttosto che prestare attenzione. I trattamenti andrebbero effettuati ogni qualvolta si manifesti il sintomo tipico di torpore da parte del tredicenne. Già mio nonno li utilizzava con i suoi figli anche se all'epoca venivano chiamati: "calci nel culo". In quanto genitore anacronistico di tredicenne, sto cercando di mettere a punto la terapia... ti terrò aggiornata sui risultati.

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    1. Finchè sono in tempo ed avere ancora l'apertura di gamba necessaria per dargli calci nel culo! :)
      Quello che non capisco è...ma perchè? non siamo forse i genitori migliori del mondo? :D

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  3. D'altra parte, è esattamente ciò che tu alla sua età pensavi di tua madre e che tua madre ha pensato della sua... che qualsiasi adolescente, almeno una volta nella vita, pensa di chiunque abbia qualche anno in più (quindi figuriamoci dei genitori)...
    Anche se noi, ripensando a come erano le nostre madri all'età che abbiamo ora, in confronto ci sentiamo -e probabilmente siamo- delle ragazzine!!!

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  4. verissimo! e dire che proprio ricordando certi atteggiamenti uno cerca di calibrarsi in modo diverso.
    ma nun ce sta gnient'a fà! è la regola! :)

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