giovedì 13 giugno 2013

MANIACI D'AMORE


Al di là.
Al di là di una combinazione artistica, già fortunata nel nome.
Al di là di un pensiero, perché c’è tanta materia (anche grigia).
Al di là della relatività, perché un atto di genio ritrovato è un po’ come quando ti imbatti in Einstein quando Einstein non è ancora nessuno…fai conto quando Einstein era dislessico e lento nella percezione di spazio e tempo (a qualcuno sarà capitato verso la fine del 1800).
Al di là delle convenzioni, perché c’è davvero chi riesce ad andarci senza ostentarlo come una perniciosa qualità che ti viene sbattuta in faccia.
Al di là del fatto che gli incontri migliori nascono senza pubblicità, senza contesto, senza mai sapere qual'è l'aula.
Al di là dell’al di là, nell’al di qua della barricata dei sopravvissuti.

Luciana e Francesco, con Biografia della Peste, hanno scritto una piece di grande qualità.

Mi piace parlare di “qualità”, è una parola esaltante. E’ vecchia e giovane, è una capriola nella bocca e quando la pronunci senti già che è rigogliosa. Se c’è la qualità sei al sicuro. C’è la scelta, la capacità di aver cercato una migliorìa.
C’è lo scarto di quello che, pur esaminato, non andava bene. C’è il risultato che soddisfa.
E c’è anche quel senso del buffo che è la serietà che appartiene a chi non si prende troppo sul serio.

E tutto questo c’era nel lavoro di Francesco e Luciana.
C’è un pensiero che è finalmente nuovo perchè sa di qualcosa del passato ma.. lo supera? ..Lo elabora? Lo CAMBIA, che liberazione!.
C’è la ricerca, la scelta, la letteratura e gli autori letti e visti negli anni, c’è quindi un percorso di cultura, non solo contemporanea.

Uno sputazzo di esperienza in qualità di spettatrice teatrale, posso vantarlo. Sono vissuta a fianco di una persona che di teatro viveva. E sono tornata ad avere uno sguardo sui giovani attori e sceneggiatori da 10 anni, da quando questa persona non c’è più, grazie ad un premio che viene istituito alla sua memoria e che è rivolto proprio alle arti sceniche.

IlTeatro giace in una bara nel foyer della Cavallerizza.
Ma non con voi cari Maniaci D’Amore, che penso seriamente (e sapete che sforzo mi comporti), gli abbiate dato un allungo di vita e un respiro profondo come raramente in questi anni.
Io ieri ho assistito ad un’ora di teatro pieno. Bravi nella recitazione, nella messa in scena essenziale ma leggibile, nel testo. E me la sono goduta.

E vi dirò, sono uscita pensando che mi dispiace un po’ per tutti quelli che non andranno a vederli.


Non ho voluto appositamente dire quante leve sollecita allo spettatore la Biografia della Peste (perché se dicessi Sartre, Jonesco, Beckett, Pirandello…sarebbe lezioso e magari non è così e magari non apprezzerebbero nemmeno), né raccontarvi più o meno di cosa parli (che se andate sul loro sito http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/maniaci-damore o sulla loro pagina FB potrete scoprirlo).Volevo però ricordare che fare teatro è lavoro, tanto lavoro. E chi non si improvvisa e ha dalla sua anche una considerevole sensibilità, oltre ad una conoscenza non superficiale delle cose, si sente, arriva.
Guarda, voglio tranquillizzarvi, ci sono due o tre cosette che non mi sono piaciute ma nell’insieme je date ‘na pistaaaa!

1 commento:

commentate gente, commentate...altrimenti mi avvilisco...